Lo scrigno del tesoro di Ostia Antica
Il Museo Ostiense è allestito al piano terra di un edificio che esisteva sin dal Quattrocento ed era noto come “Casone del Sale”, in quanto collegato allo sfruttamento da parte del governo pontificio delle vicine saline. L'edificio, con facciata neoclassica, fu adattato da Pio IX negli anni sessanta dell'ottocento a museo ed ospita oggi anche la Direzione degli Scavi di Ostia antica.
Il portale principale, l'accesso nella storia
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Dal portale principale si entra attraverso un breve corridoio alla fine del quale, sulla sinistra, sono due sale dedicate ai culti orientali attestati ad Ostia. Nella prima sala a destra è un grande coperchio di sarcofago di un archigallo, sommo sacerdote del culto di Cibele ed Attis, proveniente dalla necropoli dell'Isola Sacra, datato al III sec. d.C., al quale sono connessi anche i due piccoli rilievi raffiguranti il personaggio nell'esercizio delle sue funzioni sacre. Seguono nella sala successiva l'allestimento statuario del piccolo sacello di Attis rinvenuto nell'area del Campo della Magna Mater presso la Porta Laurentina ; sul fondo il grande gruppo statuario del Mitra che uccide il toro dal Mitreo delle Terme del Mitra, opera firmata dall'artista ateniese Kriton, a cui è stata recentemente affiancata la copia dalla Collezione Giustiniani.
Minerva ed Ercole
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La prima sala che si incontra scendendo alcuni gradini, ospita al centro della parete di fondo la grande statua di Minerva – Vittoria in marmo proconnesio che doveva far parte dell'alzato architettonico della Porta Romana. Vi sono inoltre: un rilievo in travertino dell'auruspice C. Fulvius Salvis, datata tra gli anni 80 e 65 a.C., proveniente dal Tempio di Ercole, che raffigura il recupero straordinario in mare di una statua di Ercole; a destra delle scalette piccola statua di Scilla dal Ninfeo del Teatro ed un rilievo in marmo pentelico del I sec. d.C., sempre dal Tempio di Ercole, raffigurante probabilmente il mito di Teseo ed Arianna.
Perseo, Amore e Psiche; secoli e meraviglie
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La sala sulla destra presenta al centro una pregevole statua di Perseo con testa di medusa proveniente dall'omonima villa suburbana fuori Porta Laurentina, mentre statuaria minore di arredo è visibile sulla destra della sala, tra cui si ricorda il piccolo gruppo di Amore e Psiche, rinvenuto nell'omonima domus tardo antica, e quello delle Tre Grazie. Di pregevole fattura sono anche la testa di satirello di scuola afrodisiense dalle Terme del Foro e quella di barbaro dalla Necropoli dell'Isola Sacra.
Sul lato opposto è una sala che raccoglie sopratutto copie romane di originali greci tra cui ricordiamo una testa di Atena con elmo corinzio dal Caseggiato dei Triclini, la statua di Artemide in veste amazzonica dalla Domus della Fortuna Annonaria, una testa di Efebo del I sec. d.C. con evidenti tracce di policromia, proveniente dalla necropoli di Porto all'Isola Sacra , oltre ad una statua di Apollo in pentelico e il gruppo dei lottatori rinvenuto nella Schola del Traiano, entrambi del I sec. d.C.. Sul fondo della sala è stato invece recentemente collocato un lungo fregio figurato in marmo lunense, riferibile al II sec. d.C., raffigurante scene del mito di Atena ed Efesto probabilmente destinato al edificio di culto di Vulcano.
I ritratti romani
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La sala centrale del Museo è dedicata alla ritrattistica romana ed espone sulla parete d'ingresso la grande statua votiva in nudità eroica di Cartilio Poplicola (I sec.a.C.), uno dei personaggi più importanti della storia di Ostia, che in origine era collocata nel pronao del Tempio di Ercole. Sulla sinistra spiccano invece i ritratti di Agrippa, Augusto, Marciana, la statua di Traiano, dalla Schola del Traiano, e il suo ritratto postumo, considerato uno dei capolavori della ritrattistica di epoca romana, rinvenuta in una taberna del teatro. L'imperatrice Sabina è rappresentata in due statue, di cui una viene dal Collegio degli Augustali, mentre, sulla destra, la grande statua di Iulia Procula, proveniente da un sepolcro dell'Isola Sacra domina la parete destra della sala.
Gli imperatori e le loro mogli
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La sala successiva, in cui continua la serie dei ritratti imperiali, presenta tra l'altro un busto dell'imperatore Settimio Severo ed una statua della moglie Giulia Domna, entrambi riferibili agli inizi del III secolo d.C., mentre sulla parete di fondo impera in modo ieratico la possente statua dell'imperatore Massenzio, affiancata da una più esile raffigurante la moglie Fausta, rinvenute entrambi nel Collegio degli Augustali, e da quella di Ragonio Vincenzo Celso, alto funzionario della tarda antichità che, tra l'altro, restaurò probabilmente anche le grandi Terme del Foro. Tra tutte queste spicca tuttavia, la grandiosa statua dell'Iside Pharia (o Pelagia) con serpente, in marmo bigio che doveva essere raffigurata in piedi sulla prua di una nave, oggi mancante, e che con le braccia protese in avanti doveva spiegare le vele dell'imbarcazione.
Le testimonianze della necropoli
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L'ultima sala che segue sulla sinistra espone diversi sarcofagi tra cui spiccano due esemplari provenienti dalla necropoli di Pianabella. A sinistra è quello con scene dell'Iliade ed in particolare del mito di Achille, con raffigurazione della vestizione dell'eroe a sinistra e la scena del pianto funebre intorno al corpo del defunto Patroclo a destra, mentre di fronte è esposto un sarcofago con rappresentazione della centauromachia, che acquista una particolare vivacità grazie alle venature del marmo proconnesio. Sul fondo della sala è un piccolo sarcofago di tradizione attica in marmo pentelico con putti danzanti intenti ad un baccanale dionisiaco, mentre la grande lastra sepolcrale fissata a parete, databile alla metà del III secolo d.C., raffigurante i defunti in un clipeo centrale accostati dalle rappresentazioni delle quattro stagioni, conserva ancora evidenti tracce della policromia originaria.